Terremoto del 1997, il presidente Mattarella ad Assisi: “Protezione civile efficiente”

Il capo dello Stato ha deposto una corona di fiori sulla mattonella all'ingresso della Basilica superiore di Assisi dove morirono due tecnici della Soprintendenza e due religiosi per il crollo di parte delle volte in seguito al terremoto del settembre 1997

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Il Capo dello Stato, appena arrivato in Basilica, ha incontrato i familiari dei due tecnici delle Soprintendenza e dei due frati francescani che perirono a causa dello sgretolamento dell’imponente volta dell’edificio religioso dedicato al patrono d’Italia la mattina del 26 settembre del 1997
Il presidente Mattarella con i sindaci umbri a Santa Maria degli Angeli

ASSISI –  Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, è arrivato ad Assisi. Con la funzione religiosa in suffragio delle vittime del crollo della Basilica di San Francesco, è iniziata la giornata del presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato, appena arrivato in Basilica, ha incontrato i familiari dei due tecnici delle Soprintendenza e dei due frati francescani che perirono a causa dello sgretolamento dell’imponente volta dell’edificio religioso dedicato al patrono d’Italia la mattina del 26 settembre del 1997. Al termine della messa, dopo aver deposto una corona di fiori sulla lapide che ricorda le quattro vittime, il presidente della Repubblica si recherà dinnanzi alla tomba di San Francesco, la cui solennità si celebrerà domani. Successivamente, Matterella arriverà al Teatro Lyrick, dove incontrerà il sistema nazionale della protezione Civile impegnato nella gestione delle emergenze del 1997 e 2016 in Umbria. Dopo la proiezione di un video, è previsto l’intervento del sindaco di Assisi, Stefania Proietti. A parlare saranno quindi Patrizio Losi, presidente della Consulta nazionale del Volontariato di protezione Civile e Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della protezione Civile. In chiusura l’intervento della presidente della Regione, Catiuscia Marini.

Parenti “Vent’ anni non aiutano a digerire la morte di un padre, evito ancora di venire in Basilica”. Cosi’ rivolgendosi ai giornalisti il figlio di Bruno Brunacci che perse il padre sotto le macerie provocate dal sisma che colpi’ l’ Italia centrale nel 1997. “Noi negli anni non abbiamo sentito molto lo Stato vicino se non all’ inizio. Ricostruire non significa solo rimettere in piedi gli edifici pubblici, ma anche ridare dignita’ alle singole famiglie”.

Ricordo Mattarella ha deposto una corona di fiori sulla mattonella all’ingresso della Basilica superiore di Assisi dove morirono due tecnici della Soprintendenza e due religiosi per il crollo di parte delle volte in seguito al terremoto del settembre 1997. Accompagnato dal custode padre Mauro Gambetti, il Capo dello Stato ha quindi visitato la chiesa. La Sovrintendente ai Beni culturali Marica Mercalli, ha illustrato a Mattarella i restauri della volta, spiegando che allora si trattò di “un cantiere pilota”. Il presidente – ha riferito Mercalli – “ha evidenziato l’ importanza della sinergia tra vari enti dello Stato”. Mattarella ha poi salutato i parenti della vittime. “Ciascuno di noi ha perso un caro – hanno detto i congiunti – ma abbiamo trovato una famiglia nella comunità dei frati francescani con i quali ci ritroviamo ogni 26 settembre”. Il presidente della Repubblica si è poi raccolto in preghiera sulla tomba di San Francesco

Il sindaco Proietti “Nel 1997 Assisi fu colpita al cuore ma proprio in quei momenti in cui tutto sembrava crollare fu determinante la solidarietà”: lo ha detto il sindaco Stefania Proietti intervenendo all” incontro con i volontari e il sistema di protezione civile impegnato nel terremoto del 1997 e in quello dello scorso anno. Iniziativa alla quale è presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.”La sua presenza nella città Serafica, a 20 anni dal terremoto del 1997, nel giorno di apertura delle festività di San Francesco Patrono d” Italia – ha detto Proietti rivolgendosi al Capo dello Stato -, assume un significato di straordinaria importanza per tutta la nostra terra”.

La presidente Marini “Il terremoto urla, sbriciola, spezza e spaventa ma noi umbri sappiamo reagire. Lo abbiamo fatto nel 1997 e lo facciamo oggi”: lo ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini intervenuta ad Assisi a un incontro con il sistema di protezione civile per ricordare il sisma di 20 anni. Presente il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Marini ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla gestione delle emergenze. Un grazie lo ha rivolto anche a Mattarella per la sua attenzione. La presidente della Regione ha parlato degli umbri come di “persone forti, tenaci e capaci di reagire in momenti duri come quelli dei terremoti”. “Che fanno venire meno – ha aggiunto Marini – i punti di riferimento della comunità”. La presidente della Regione ha voluto ringraziare gli uomini e le donne a tutti i livelli, oltre a volontari e volontarie, “che oggi come allora, durante i primi momenti post terremoto, sono state accanto a noi e alla nostra gente con capacità tecniche, professionali e umane”. Lo ha fatto dal palco del teatro Lyrick di Assisinell’ incontro con il sistema nazionale e regionale della Protezione Civile. “A tutti dico grazie – ha sottolineato Marini – per quello che avete fatto nel 1997 e per quello che siete tornati a fare dal 24 agosto e soprattutto dal 30 ottobre del 2016. Oggi siete tornati e per noi, che abbiamo la responsabilità di decisioni complesse, è importante sapere che possiamo contare sulla vostra capacità per ripartire subito”.

Il presidente Matarella Dal canto suo il presidente Mattarella, ha sottolineato come “in questo ripetersi di terremoti è emersa l’ efficienza del nostro sistema di protezione civile”: così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Assisi per le celebrazioni del sisma del 1997 nelle quali si è parlato anche di quello dello scorso anno. “Un sistema che raccoglie e coordina – ha detto ancora Mattarella – presenze, iniziative, presenze e attività. All’ inizi ha dovuto registrare compiti e iniziative ma la prova fornita sempre, in particolare in questi ultimi terremoti è stata di grande efficienza e dedizione”.

Sofferenza  Mattarella, ha poi detto che “il mio primo pensiero è alle vittime del terremoto di vent’ anni fa, alle sofferenze che crolli e distruzione hanno comportato in tante persone. Un grazie molto grande va a coloro che furono e sono impegnati nel soccorso, nell’ aiuto, nel sostegno alle popolazioni colpite”. Cosi’ il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ringraziato tutto il sistema che ruota intorno alla Protezione civile, dalla pubblica amministrazione ai volontari, che nel 1997 come nel 2016 ha fronteggiato l’ emergenza del terremoto. “Grazie da parte dell’ intera Italia – ha affermato – per quello che e’ stato fatto allora e quello che viene fatto in ogni occasione che ne presenta necessità “.

Borrelli Il capo dipartimento della protezione civile, Angelo Borelli ha sottolineato come “il crollo della volta di San Francesco è rimasto simbolo, per la prima volta abbiamo visto in diretta gli effeti devastanti del terremoto. La protezione civile ha visto una grande e convinta collaborazione. La memoria serve a ricordare le vittime, ma soprattutto per misurarci con le sfide di oggi. La Regione ha lavorato tantissimo ricostruendo tanto da non vedere quasi i segni della distruzione di allora. Ma non dobbiamo fermarci, dato che il terremoto è tornato a colpire qui vicino. Oggi dobbiamo prestare interventi efficaci, veloci. Siamo diventati migliori, adeguati? Non è facile rispondere. L’Italia è profondamente diversa da 20 anni fa quindi sono diversi i bisogni, aspettative. La cultura di protezione civile diventa patrimonio solo se condiviso. Siamo stati capaci di difendere questi valori? Molta strada è stata fatta, con la legge delega approvata, ora va applicata. Il sistema funziona meglio se restano divisi il ruolo politico e quello tecnico. Dobbiamo migliorare la previsione, ma spiegare ai cittadini che non si possono dare certezze. Dobbiamo migliorare ognuno nel proprio ruolo: Regioni, sindaci, cittadini. Possiamo vincere la sfida solo puntando sulle risorse delle donne e degli uomini che ogni giorno prestano la loro opera con dedizione e impegno”.

Operai Perugina “Abbiamo portato i nostri  ‘Baci’ al Presidente Mattarella, per ringraziarlo della sua costante attenzione al mondo del lavoro, però questa volta il messaggio contenuto nei cioccolatini non è una frase d’amore, ma piuttosto un grido d’allarme e una richiesta di aiuto: difendiamo il lavoro, difendiamo la Perugina”: è quanto racconta uno dei componenti della delegazione di dipendenti Perugia che stamani, in occasione della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Assisi, per i 20 anni dal sisma del 1997, ha fatto avere al capo dello Stato, tramite il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro, una scatola dei famosi cioccolatini. C’era anche una lettera – riferisce una nota di Cgil Umbria – che illustra al Capo dello Stato la situazione della fabbrica e le grandi preoccupazioni dei lavoratori, dopo la richiesta di 364 esuberi avanzata da Nestlè.

Il vescovo Sorrentino Queste invece, le parole pronunciate dal vescovo monsignor Sorrentino. “Confido in una sinergia tra enti pubblici e privati per una corretta e veloce ricostruzione”. E’ questo l’ auspicio del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, riferito al sisma che lo scorso anno ha colpito l’ Umbria e altre regioni limitrofe. L’ augurio e’ stato espresso dal presule a margine della visita per il ventennale dal terremoto del 1997, celebrato martedì 3 ottobre alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita alla Basilica di San Francesco e poi al Lyrick. Il vescovo Sorrentino ha accolto il presidente Mattarella unitamente al custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, al sindaco di Assisi, Stefania Proietti, al presidente della Regione, Catiuscia Marini e al presidente della Provincia Nando Mismetti annunciandogli anche la recente erezione del Santuario della Spogliazione e con l’ occasione invitandolo a visitarlo. “Non ero presente nel 1997 quando c’è stato il forte sisma – ha detto ancora – ma in questi anni ho sentito quanto è viva questa ferita soprattutto nel ricordo di quelle vittime che persero la vita. Abbiamo bisogno – ha proseguito – di assicurare il nostro territorio e assicurare alla gente un futuro sereno. L’ anno scorso un altro terremoto ha toccato l’ Umbria insieme ad altre regioni. Dobbiamo rimboccarci le maniche perche’ alle popolazioni interessate sia data una speranza concreta ed effettiva. Sotto lo sguardo di San Francesco – ha poi concluso – veniamo oggi a rinnovare il nostro impegno e ad attingere la forza per andare avanti nella solidarieta’ , fratellanza e pace”.

Gentiloni Mercoledì sarà il giorno del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Il premier parteciperà alla celebrazione che si terrà il 4 ottobre, festa del Santo Patrono d’Italia, nella Basilica Superiore di San Francesco. Quest’anno sarà la Regione Liguria a donare l’olio che alimenta la lampada posta a veglia dei resti mortali del Santo di Assisi. La delegazione ligure sarà guidata dal presidente della Regione, Giovanni Toti, e dal sindaco di Genova, Marco Bucci, che accenderà la lampada di san Francesco a nome di tutti i comuni italiani. A presiedere la celebrazione eucaristica alle 10.00, nella Basilica Superiore di san Francesco, sarà l’arcivescovo metropolita di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, con tutti i capi delle Diocesi liguri. A margine della Santa Messa il presidente del Consiglio parlerà alla Nazione dalla loggia del Sacro Convento di Assisi.

 

 

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