Rinviata a Città di Castello la mostra dedicata a Raffaello

L'esposizione, su gli esordi del Sommo pittore, che avrebbe dovuto aprire i battenti nel prossimo ottobre, curata da Marica Mercalli e da Laura Teza, è stata rimandata al marzo 2021

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Il 'Gonfalone della Santissima Trinità', unica opera di Raffaello conservata a Città di Castello

CITTA’ DI CASTELLO- La mostra Guarda Raffaello. Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo, evento inserito nel calendario delle celebrazioni dei Cinquecento anni dalla morte del grande artista del Rinascimento italiano, è stata rinviata. L’esposizione, curata da Marica Mercalli e da Laura Teza, che avrebbe dovuto aprire i battenti il prossimo 1 ottobre è stata rimandata alla Primavera 2021.

Lo comunica, in una nota diffusa oggi, il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta.

“La mostra del cinquecentenario della morte di Raffaello, molto importante per la nostra città e vetrina significativa per il territorio -dice il primo cittadino- è stata rinviata, per chiari motivi organizzativi, legati all’emergenza sanitaria da Corona Virus. Ma, in accordo con il Comitato regionale delle celebrazioni del Centenario della morte del grande artista, è stato deciso di non annullare un’importante esposizione  di grande valore per l’immagine di Città di Castello. La mostra, quindi, si svolgerà posticipandone la data nel marzo prossimo; una buona notizia, che diamo con la speranza -conclude il sindaco Bacchetta- che sia all’altezza di tutte le aspettative che abbiamo riposto in questo significativo evento”.

La mostra Guarda Raffaello. Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo, che verrà allestita presso la Cannoniera di Palazzo Vitelli sede della Pinacoteca Comunale, è un percorso nato per sottolineare la centralità di Città di Castello come snodo della vita artistica del Sommo pittore. Infatti, proprio nell’Alta Valle del Tevere, l’artista mosse i primi passi come maestro autonomo, realizzando tra 1500 e 1504 quattro opere quali l’Incoronazione di San Nicola da Tolentino per la Chiesa di Sant’Agostino, il Gonfalone della Santissima Trinità per l’omonima Confraternita, la Crocifissione Gavari per Domenico Gavari a San Domenico e lo Sposalizio della Vergine per la cappella Albizzini di San Giuseppe nella Chiesa di San Francesco. In occasione della mostra, verrà eccezionalmente sottoposto ad una revisione del restauro da parte dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) il Gonfalone della Santissima Trinità, unica delle opere di Raffaello rimasta a Città di Castello. La mostra, si avvarrà di importanti prestiti dai musei nazionali e internazionali tra cui già ufficialmente concesso è il disegno con le teste muliebri dell’Ashmolean Museum di Oxford.

Un’esposizione curata, come dicevamo, da Marica Mercalli, Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e da Laura Teza, professore associato di Storia dell’Arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia, assieme ad un comitato scientifico composto, oltre che dalle due curatrici, da Maria Brucato, Francesco Paolo Di Teodoro, Sybille Ebert-Schifferer, Sylvia Ferino-Pagden, Rudolf Hiller von Gaertringen. Un’esposizione inserita, assieme agli altri eventi del progetto Raffaello in Umbria, nel calendario delle celebrazioni organizzate dal Comitato Nazionale istituito dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo.

La mostra, con l’ausilio di installazioni multimediali e ricostruzioni a grandezza naturale, riproporrà il contesto originario delle opere di Raffaello a Città di Castello e analizzerà i momenti chiave della formazione del giovane pittore grazie all’esposizione di dipinti di Giovanni Santi, Perugino, Pintoricchio e Luca Signorelli.

Allo stesso tempo, un’attenzione particolare verrà dedicata agli echi che la lezione di Raffaello lasciò in Alta Valle del Tevere, tramite la presenza di opere di artisti quali Francesco Tifernate e Raffaellino del Colle. Un percorso, che nasce con l’obiettivo di cambiare in maniera permanente il percorso museale della Pinacoteca, rendendo permanenti gli apparati espositivi e gli esiti della ricerca che sottende la mostra.

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