
PERUGIA – Raffaele Cantone, l’ex presidente dell’Anticorruzione, è il nuovo procuratore di Perugia. Sulla scelta di affidargli le redini della procura titolare dell’inchiesta sul pm romano Luca Palamara, che ha terremotato il Consiglio superiore della magistratura, il plenum di Palazzo dei marescialli si è diviso. La minoranza ha votato per Luca Masini, procuratore aggiunto a Salerno.
La votazione Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha scelto Cantone non senza difficoltà. La nomina del nuovo procuratore di Perugia è passata con 12 a favore contro gli otto andati al suo concorrente. A suo favore hanno votato le toghe progressiste di Area e i laici di tutto lo schieramento politico, ed è la prima volta che accade in questo Csm. Il candidato di minoranza, il procuratore aggiunto di Salerno, Luca Masini, ha ottenuto invece il sostegno dei togati di Autonomia e Indipendenza e di Magistratura Indipendente. Si sono invece astenuti i togati di Unità per la Costituzione. Con la riforma del Csm del ministro Alfonso Bonafede la nomina di Cantone sarebbe stata impossibile. La bozza di riforma, infatti, prevede una norma che vieta a chi è stato fuori ruolo di candidarsi a incarichi direttivi per i due anni successivi. Cantone ha lasciato l’Anticoruzzione nel settembre scorso: prima dell’ottobre 2021 non potrebbe concorrere per la guida di alcun ufficio. La riforma Bonafede, però, non è ancora stata approvata: Cantone, dunque, può prendere il posto di Luigi De Ficchy, andato in pensione lo scorso anno.
Le polemiche Attorno alla nomina di Cantone si è aperto un dibattito in seno al Csm dovuto al fatto che la procura umbra è competente dei reati contestati ai magistrati romani. Primo tra tutti Palamara, simbolo dei legami tra toghe e politica e indagato principale dell’inchiesta nomine che ha terremotato il Csm. Il presidente della Commissione Direttivi Mario Suriano, della corrente “di sinistra” Area, era il relatore della proposta su Cantone: “Non si può dubitare della indipendenza di Cantone. Dalle chat – ha detto riferendosi a quelle emerse nell’inchiesta – vediamo che Cantone non doveva andare a Perugia secondo persone vicine al presidente del Consiglio che lo nominò all’Anac”. Gli replica a stretto giro di posta Piercamillo Davigo, relatore della proposta a favore del candidato di minoranza: “Di Masini nelle chat non si parla proprio e questo è ancora meglio“. Ma è l’indipendente Nino Di Matteo, consigliere del Csm a ribaltare le argomentazioni di Suriano e a richiamare l’inchiesta di Perugia come ostacolo alla nomina di Cantone: “Ritengo che non sia opportuno che Cantone vada a dirigere proprio quella procura che è competente su ipotesi di reato commesse dai colleghi che lavorano negli Uffici di Roma e che possono investire procedimenti che a vario titolo riguardano i rapporti tra magistrati e politici vicini o appartenenti alla stessa compagine politica decisiva per la nomina all’Anac”. Il riferimento diretto dell’ex pm di Palermo è evidentemente anche al caso di Palamara. “Io – ha spiegato Di Matteo – avrei sostenuto la candidatura di Cantone a una Procura diversa, ma non a Perugia. L’incarico all’Anac ha una fortissima connotazione politica, una connotazione che si è perfino accentuata, almeno quanto alla sua apparenza, quando per più volte Cantone è stato indicato come possibile premier della nuova compagine governativa”.
La nota della presidente Tesei “Mi congratulo con Raffaele Cantone per la nomina a Procuratore capo di Perugia. Le sue competenze e la sua professionalità contribuiranno certamente ad assicurare il rispetto delle regole e della legalità”. E’ quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che si dice “ben lieta, nel rispetto dei reciproci ruoli, di poter continuare un virtuoso rapporto tra i nostri uffici così come fin qui accaduto. A tal proposito colgo l’occasione, oltre che augurare buon lavoro a Cantone, con il quale spero di incontrarmi presto, di ringraziare nuovamente Fausto Cardella per il lavoro svolto e per l’ottima, se pur breve, collaborazione”.
Verini “Buon lavoro a Raffaele” “Il suo profilo e il suo rigore, la sua autonomia e le sue capacità – dimostrate prima nell’impegno di contrasto alle organizzazioni criminali camorristiche e poi negli anni della guida autorevole dell’Agenzia Anticorruzione – rappresentano una garanzia per una Procura particolarmente importante per le sue competenze. E garanzia per lo stesso territorio umbro, per contribuire ad affermare quotidianamente trasparenza, legalità, rispetto delle regole”. Così Walter Verini, deputato umbro e responsabile Giustizia del Pd.
Annalisa Marzano
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