‘I Dolenti di Sant’Anatolia di Narco’ in mostra a Perugia

Fino al 27 settembre, in esposizione presso lo spazio del Nobile Collegio del Cambio in Corso Vannucci, tre opere recentemente restaurate provenienti dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie

0
182
L'interno della mostra 'I Dolenti di Sant'Anatolia di Narco'

PERUGIA- I Dolenti di Sant’Anatolia di Narco, è il titolo della mostra che presenta dopo un attento restauro tre opere conservate nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che erano state danneggiate dal sisma del 2016. Un Cristo crocifisso, che evidenzia una forte vicinanza a modelli fiorentini di primo Cinquecento, una Madonna addolorata e un San Francesco, probabilmente di area marchigiana: sono i tre pezzi, di grande valore votivo e importanza storico-artistica, è quanto sarà possibile ammirare presso lo spazio del Nobile Collegio del Cambio in Corso Vannucci a Perugia fino al prossimo 27 settembre.

Il sapiente restauro dei tre intagli lignei, caratterizzati da uno straordinario realismo e da una potente carica espressiva, ha restituito loro l’ originale splendore e consente di poterli esporre nella loro ritrovata integrità, prima che vengano ricollocati nelle loro sedi originarie.

Le tre sculture oggetto dell’ esposizione, individuate insieme alla Soprintendenza ai Beni Culturali dell’Umbria, sono frutto di un assemblaggio avvenuto in epoca imprecisabile. Lo si ricava dall’esame delle statue, effettuato in questi ultimi anni presso il Deposito di Santo Chiodo di Spoleto, che ha individuato declinazioni stilistiche differenti. I tre legni intagliati provengono, come dicevamo, dalla Chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di Sant’Anatolia di Narco, ma non è dato sapere se si trovassero originariamente in quell’edificio, oppure in un altro luogo di culto.

“Le opere esposte ne I Dolenti di Sant’Anatolia di Narco –spiega lo storico dell’arte Francesco Federico Mancini, nel testo che accompagna la mostra- sono la testimonianza di come in Valnerina possano uscire ancora sorprese incredibili. Erano sculture non studiate, ma che ora potranno essere analizzate meglio. Il Cristo Crocifisso, michelangiolesco nella sua fattura, è realizzato con straordinario realismo anatomico e potente carica espressiva. In definitiva, ci troviamo di fronte a un capolavoro, verosimilmente attribuibile a Francesco da Sangallo e databile intorno al 1520. All’incirca contemporanee, ma di altro ambito culturale, sono le statue della Madonna addolorata e del San Francesco. Espressione di una devozione popolare incline al patetismo e alla contrizione, le due effigi si caratterizzano per i volti segnati dal dolore e le pose declamatorie e teatrali”.

The following two tabs change content below.